giovedì 22 giugno 2017

CELIACHIA: SI STUDIANO NUOVE TERAPIE

La Malattia Celiaca (o Celiachia) è una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.

Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut, triticale). La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell’effetto tossico per il celiaco. La prolamina del frumento viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con il medesimo effetto sul celiaco, si trovano anche in orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale ed avena. Il consumo di questi cereali provoca una reazione avversa nel celiaco dovuta all’introduzione delle prolamine con il cibo all’interno dell’organismo.

L’intolleranza al glutine genera infatti gravi danni alla mucosa intestinale quali l’atrofia dei villi intestinali. Con il termine "dieta aglutinata" si definisce il trattamento della celiachia basato sulla dieta di eliminazione di tutti i cereali contenenti glutine.

E' importante sapere che non esistono livelli diversi di intolleranza al glutine, che è una sola, ma esistono manifestazioni differenti di questa intolleranza, che possono andare da sintomi lievi a severi.

Uno studio del King's College ha individuato l'interruttore molecolare che causa le malattie infiammatorie intestinali, quali: la celiachia, il morbo di Crohn e la retticolite ulcerosa. L'interruttore molecolare - chiamato T-bet - regola le risposte immunitarie dell'intestino e determina la produzione delle cellule che agiscono per difenderlo. La sua alterazione non è stata trovata in altre malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide e questo fa pensare che sia la causa specifica delle malattie infiammatorie intestinali. Questa scoperta dà la possibilità di poter proseguire con la ricerca al fine di trovare una terapia genica, che possa aiutare i soggetti che ne sono affetti, come sta avvenendo per l'emofilia.

Attualmente sono allo studio anche grani privi di glutine, detti de-tossificati. Ciò significa modificare geneticamente il grano in modo da non rendere tossiche le sequenze di DNA che causano la risposta negativa dell’intestino.



Un'altra strada è la terapia enzimatica attraverso enzimi che si chiamano PEP (prolil-endopeptidasi), che hanno la funzione di degradare la gliadina, che arriverebbe così innocua nell'intestino; oppure la pillola anti-celiachia, che modificherebbe la permeabilità dell'intestino in modo che le molecole del glutine riescano a passare.

Come si legge sul sito dell'AIC (Associazione Italiana Celiachia) tutti questi approcci non sono oggi in grado di sostituire la dieta senza glutine, che se condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.

FONTI:

http://it.blastingnews.com/salute/2017/03/scoperta-la-molecola-interruttore-della-celiachia-001512681.html
Caputo W. e Pugno L. - "La pizza al microscopio"- ed. Gribaudo
www.aic.it
http://www.celiachiamo.com/celiachia-ricerca-terapie

Luigina Pugno

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