venerdì 14 luglio 2017

LO STRESS DEL CIBO

Ai tempi dei nostri nonni o bisnonni il cibo serviva solo per sfamarsi o per fini conviviali. In seguito alla rivoluzione verde di Borlaug l'essere umano si è affrancato dal dover pensare e lavorare per procurarsi e produrre il cibo quotidiano.
Oggi una piccola percentuale di persone lavora nella produzione agricola o nell'allevamento. Esistono cibi che un secolo fa non esistevano, che derivano da produzioni industriali come il sacchetto di patatine fritte, o non esistevano in quella forma, come il succo ACE. Eppure il cibo, come scrive Belloni nel suo testo Food economy, occupa ancora molto i nostri pensieri e le nostre ore, che ci vedono impegnati nel pensarlo, prepararlo, cucinarlo, impiattarlo, servirlo, consumarlo, pulire prima e dopo ecc.

Il cibo è alimento, condivisione sociale, marketing, packaging, sedativo e distrattore delle emozioni. Da quando gli alimenti non sono più utilizzati per il sostentamento del corpo e delle relazioni, ma per gestire o cancellare le emozioni sono nati i Disturbi alimentari, che hanno come focus superficiale il peso corporeo, ma al di sotto della superficie hanno mondi emotivi che si chiamano: paura, vergogna, ansia, disperazione, solitudine. Viviamo in una società dove tutti vogliono dimagrire: chi è obeso, chi è sovrappeso e persino chi è sottopeso!



Quando non si usa il cibo per sostenere il corpo, ma con altri scopi, si attiva lo stress del cibo. La mente, le azioni, le emozioni e persino la propria vita sono focalizzate su di lui, come avviene in chi ha una dipendenza (alcol, droga, gioco d'azzardo, nuove tecnologie, masturbazione). Così si accumula stress emotivo, cibo nel proprio corpo e chili di adipe ed è difficile, talvolta molto difficile, fare marcia indietro.
E' come andare in guerra e si devono usare tutte le armi che possono essere necessarie: farmaci, gruppi di sostegno, piano nutrizionale, psicoterapia, preghiera e meditazione. Sì, meditazione, che sia sotto forma di yoga, meditazione, mindfulness, mindfull eating non importa, purché ci sia.
Le ricerche dimostrano infatti che chi intraprende una dieta recupera il peso perso nel giro di qualche anno e anche con gli interessi. Mentre i risultati più soddisfacenti nel mantenimento del peso corporeo si sono avuti in chi, oltre a dieta e psicoterapia, ha anche praticato la meditazione.

Come mai la meditazione è così efficace?

Perché lavora sull'elemento fondamentale che alimenta lo stress del cibo, ovvero la mancanza di consapevolezza. Che può andare dal pensare di non avere un problema alimentare, ma essere solo delle "buone forchette"; fino ad episodi in cui si mangia in uno stato dissociativo e si perde la cognizione del tempo, del cibo ingerito e della sua quantità, per cui si ha l'impressione di essere grassi anche se non si mangia molto.

Fonte: Pixabay

E' fondamentale agire col pilota automatico e non dover sempre pensare a tutte le azioni da compiere (come quando si guida), ma quando lo si usa nell'alimentazione, non avendo consapevolezza delle proprie sensazioni corporee (appetito, fame, sazietà, pienezza), delle emozioni che spingono a mangiare ( paura, vergogna, ansia, disperazione, solitudine ecc) e di quanto la nostra mente sia occupata da tutto ciò, si finisce nel vortice dell'alimentazioni incontrollata, o meglio, inconsapevole.

La meditazione è lo strumento che porta alla consapevolezza di sé, nella sua totalità di mente, corpo, emozione.

Questo è in sintesi quello che fa e ha fatto la meditazione per Giorgio Serafini Prosperi e che ci ha raccontato in Ho mangiato abbastanza. Come ho perso 60 chili con la meditazione (e altri segreti), edito da Sonzogno.
E' un libro che consiglio caldamente a tutti coloro che amano leggere di storie di vita vissuta e ai professionisti del settore della salute.
E' scritto come un romanzo, ma è stato per me anche un testo di studio; alla fine c'è anche l'utile e intelligente riassunto delle tappe della sua guarigione/"avventura dimagrante". La sua storia non è unica, ma è unico il modo di raccontarla.
Lo stile è semplice ed immediato, e ciò rende impossibile non ritrovarsi nelle sue parole e nella sua esperienza.



Dr.ssa Luigina Pugno