venerdì 27 ottobre 2017

LA VERITA', VI PREGO, SUL RAPPORTO FRA CIBO E SALUTE

"La pizza al microscopio" (Gribaudo 2016) - pag. 110
"Nel frigorifero il dogma della longevità. La sana alimentazione e l'illusione dell'immortalità": questo è il titolo dell'ultimo appuntamento con la rassegna 2017 di "Pensare il cibo"(il primo incontro, invece, riguardava le bufale sul cibo). Davanti ad una sala quasi piena il dibattito ha impegnato Davide Sisto, tanatologo ricercatore all'Università di Torino, Andrea Pezzana, medico dietologo, docente presso l'Università di Torino e l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Sergio Givone, filosofo docente di Estetica presso l'Università di Firenze.

Il moderatore Rocco Moliterni (giornalista che si occupa soprattutto di critica enogastronomica) ha dato la parola a Sergio Givone, che ha subito puntualizzato un concetto importante: l'eterna giovinezza è una fregatura, perché è la morte da giovani. Quindi è quanto meno opportuno sospettare di chi ci vuol propinare - attraverso rimedi di vario tipo - l'eterna giovinezza. E se il rimedio passa attraverso il cibo? Innanzitutto, in un certo senso, noi condividiamo il cibo con gli animali, che mangiano direttamente (e immediatamente) ciò che trovano in natura. Noi invece mangiamo, in generale, cibo preparato, che di per sé è storia, o meglio, è la nostra storia: da come si mangiava una volta a come si mangia oggi.

Davide Sisto ha ricordato all'uditorio il fenomeno americano del "transumanesimo", dottrina secondo la quale, grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, l'uomo è giunto ad avere un controllo totale del proprio stato biologico. Naturalmente, noi non abbiamo un controllo totale del nostro stato biologico. Oltretutto l'efficacia degli antiossidanti è in discussione. Io stesso - a pag. 110 del libro "La pizza al microscopio" (Gribaudo, 2016), in un paragrafo intitolato "La verità, vi prego sugli antiossidanti" ho riportato che l'affermazione secondo cui gli antiossidanti sono buoni e i radicali liberi sono cattivi potrebbe essere uno dei miti scientifici immortali. Testualmente ho scritto: "Topi geneticamente modificati per produrre una maggiore quantità di radicali liberi hanno vissuto quanto ci si sarebbe aspettato da un topo, non di meno. Inoltre, topi geneticamente modificati per produrre una maggiore quantità di antiossidanti non hanno vissuto più del normale". Peraltro, il rapporto fra cibo, alimentazione e salute è piuttosto complesso, nonché reso più difficile dalla presenza delle bufale e dalle scoperte scientifiche in attesa di verifica, che talvolta vengono lanciate dagli organi di stampa come soluzioni definitive. Spesso invece si tratta solo di piccoli passi in avanti. Proprio di questi temi si parlerà - grazie al contributo di oltre 30 relatori - al secondo Convegno Nazionale di Medicina e Pseudoscienza, in programma dal 6 all'8 aprile 2018 a Roma. D'altronde, Davide Sisto - in veste di studioso di tematiche inerenti la morte - ha detto che noi consideriamo la morte come un effetto specifico di una causa contingente, e cerchiamo di "risolvere la causa". Invece si potrebbe affermare che noi moriamo di "mortalità": in questo modo dovremmo sgomberare la mente da illusioni fondate sul cibo e sui farmaci. Il cibo va inserito all'interno di un contesto vitale razionale, ovvero in un contesto in cui sappiamo che comunque dovremo morire.

Anche Andrea Pezzana è risultato d'accordo con Davide Sisto. Non a caso ha affermato che l'allungamento della vita non è un obiettivo da conseguire. Abbiamo già ottenuto l'allungamento della vita ed ora facciamo i conti con le conseguenze sui singoli, sulle famiglie e sullo Stato. Invece di affrontare un'estrema vecchiaia costellata di numerose malattie cronico-degenerative dovremmo puntare a ridurre la durata del periodo di vita peggiore. E il cibo come si inserisce nella vita delle persone? Il cibo, da compagno di viaggio di cui conoscevamo tutto, si è trasformato in oggetto di consumo e quindi, ora, segue le regole di tutti gli altri beni di consumo.

Prendiamo ad esempio il caso degli astronauti: nel loro caso si verifica un invecchiamento in salute, ma accelerato. I sei mesi di permanenza nello spazio di Samanta Cristoforetti le sono costati oltre 10 anni di invecchiamento. La Nasa inizialmente aveva pensato di risolvere il problema con gli integratori, ma i risultati furono scarsi. Ora invece punta di nuovo sul cibo. Fortunatamente gli astronauti sono mediamente molto sani e recuperano parecchio al loro ritorno sulla Terra.

Ma non è solo il cibo a consentirci di invecchiare in salute. Anzi, non basta. Hanno un peso rilevante sulla nostra salute in età avanzata gli stili di vita e le relazioni con le altre persone e con il territorio. Questi fattori possono completare una dieta non vegetariana, ma che tende verso i vegetali e i legumi, senza però medicalizzare il cibo quotidiano, ovvero senza ridurlo ad un quantum di calorie, come ha ribadito anche Sergio Givone. Così pure si è espresso Davide Sisto, quando ha detto che il cibo non può essere uno strumento per sconfiggere la morte. Se facciamo rientrare la morte nella nostra vita, allora il cibo può diventare qualcosa che migliora la nostra vita. Ciò significa mantenere un comportamento razionale, considerando anche che - ad esempio - contro la casualità dei tumori non possiamo far molto (ma la prevenzione va sempre e comunque attuata).
I relatori del 26 ottobre (Pensare il cibo 2017)

Andrea Pezzana ha poi definito alcuni strumenti come le piramidi alimentari (alla cui base sono posti gli alimenti da consumare in maggior quantità, mentre al vertice risultano quelli da consumare raramente) e i colori della salute per orientarsi nell'alimentazione. Inoltre ha ribadito due fatti importanti: innanzitutto non siamo certi che l'assunzione di sostanze per via orale o tramite iniezione faccia bene come l'assunzione di quelle stesse sostanze tramite il cibo. Ha quindi implicitamente posto un livello di attenzione su integratori e sostituti del cibo. Inoltre se c'è qualcosa che ci fa bene (ad es. un determinato cibo), non è assolutamente detto che mangiandone in maggior quantità ci faccia stare meglio. Ad esempio, sono noti alcuni casi in cui un eccesso di vitamine ha avuto un effetto controproducente.

Esistono poi alcuni inganni in cui facilmente possiamo cadere. Prendiamo la dieta mediterranea: non si tratta di mangiare pasta col pomodoro, ma di fare una dieta molto morigerata, stagionalizzata, localizzata e sostenibile rispetto al territorio. E' altrettanto diffuso l'equivoco (commerciale) di prodotti come "Quattro salti in padella" che ci vorrebbero illudere di far festa tutti i giorni. Non c'è mai stata festa tutti i giorni con riferimento al cibo: ad esempio chi allevava colombi per mangiarli sapeva benissimo che non poteva certo mangiarli tutti i giorni...

Infine, ecco un'interessante risposta ad una domanda del pubblico sulla dieta vegana. Andrea Pezzana ha detto che si tratta di una dieta sicuramente sconsigliata nei primi anni di vita e - in ogni caso - è un regime alimentare che richiede un controllo ossessivo del cibo (e già questo non va bene), al fine di determinare (e colmare con integratori) ciò che manca. Quindi la dieta vegana porta comunque ad una medicalizzazione dell'alimentazione. E - ha aggiunto Sergio Givone - sembra quasi uno strumento di ascesi.

Walter Caputo
Cofondatore del blog "Cibo al microscopio"
Coautore del libro "La pizza al microscopio"
Relatore al CNMP 2018: Secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza

mercoledì 25 ottobre 2017

BUFALE SUL CIBO: TRA CENSURA, LIBERO PENSIERO E LEGITTIMITA'

I relatori di "Pensare il cibo" 2017 (prima serata)
Post-verità? Che cosa significa esattamente? Se siete interessati all'argomento, ed ormai non ne potete più di leggere bufale sul cibo, allora questo pezzo è per voi. Soprattutto se vi siete persi il primo appuntamento dell'edizione 2017 di "Pensare il cibo", in cui si è cercato di capire se sia meglio istituire un'opportuna censura delle bufale oppure lasciare intatta la libera manifestazione del pensiero, ed educare la popolazione al riconoscimento delle fake news che affollano il web. Si è posto l'accento anche e soprattutto sulla legittimità delle affermazioni. E a fine conferenza non poteva mancare il solito soggetto del pubblico che esterna un'affermazione clamorosamente falsa.... Ma andiamo con ordine.

Il Prof. Luigi Perissinotto, docente di Filosofia del Linguaggio presso l'Università di Venezia, ha introdotto il dibattito affermando che il "post" (di post-verità) significa "dopo la verità" o anche "oltre la verità". Già, ma la verità cos'è? Forse al mondo di oggi non interessa la risposta. Prevalgono infatti le emozioni, l'identificazione con il gruppo, la ricerca di cose che possano confermare il nostro pensiero. D'altronde cercare informazioni contro il nostro pensiero è psicologicamente pesante, e allora perché dovremmo farlo? Se siamo caduti dentro una bufala è perché ci piace, e tenderemo soltanto a cercare conferme della nostra credenza.

C'è chi pensa che la post-verità escluda necessariamente la verità, ma in realtà non è così. La verità continua ad esistere, perché non è venuta meno la verità, ma piuttosto la sua legittimazione. Non a caso leggiamo spesso termini come "scienza ufficiale", "medicina ufficiale" e simili: usare l'aggettivo "ufficiale" significa già prendere le distanze dalle "autorità" come la scienza e la medicina. Così, le autorità sono state sostituite dalla soggettività. Si ritiene di poter parlare di qualunque argomento, ovvero ci si sente legittimati a trattare qualunque materia, e ciò in cui si crede si considera vero. D'altronde è noto che - ad esempio - coloro che pensano che i vaccini causino l'autismo ne sono proprio convinti. Secondo loro la verità è proprio quella.

Il Prof. Peppino Ortoleva, che insegna "Comunicazione e cultura dei media" presso l'Università di Torino, ha ricordato all'uditorio che nel 1840 a Parigi esisteva un'intera industria di notizie false. C'erano esperti di notizie false, ovvero soggetti capaci di inventare notizie (false) divertenti, un po' credibili e un po' incredibili. 
Noi oggi leggiamo l'oroscopo sapendo che è falso, in quanto non cerchiamo la verità. Il nostro obiettivo è costituito da belle storie dal punto di vista narrativo in cui trovare conferme a ciò in cui crediamo. E, tendenzialmente, crediamo in ciò di cui abbiamo bisogno. Internet non ha fatto altro che amplificare quelle che una volta si chiamavano "leggende metropolitane". Inoltre una volta le chiacchiere si sviluppavano al bar, mentre oggi Internet unisce l'oralità con la scrittura, ovvero la chiacchiera da bar con le cose serie.

Il Prof. Perissinotto ha poi evidenziato i due temi più importanti che hanno caratterizzato la filosofia del 900: il senso (cioè il significato) e la finitezza. Entrambi sono perfetti per il cibo. D'altronde l'obiettivo di questa rassegna è proprio inquadrare il cibo sotto l'ottica della filosofia...

Il Prof. Ortoleva ha ricordato all'uditorio che esiste un'utile chiave di lettura per inquadrare la "struttura" di molte bufale abilmente confezionate. Si tratta di un incubo che ci portiamo dietro dalla Seconda Guerra Mondiale e che ha subito una serie di evoluzioni, fino a trasformarsi nella "paura del suicidio dell'umanità". Quante volte abbiamo pensato: "ci stanno avvelenando tutti" oppure "ci stiamo avvelenando tutti" e quante volte abbiamo temuto gli OGM?
Ouverture musicale 

Il detto: "parla come mangi" presuppone che tutti sappiano mangiare. E così pensiamo di saperne sul cibo a sufficienza da poterlo giudicare. Automaticamente ci legittimiamo a parlarne, a scriverne. Da lì a creare bufale sul cibo il passo è breve. Possiamo contare su molti "clienti", perché nel nostro Paese l'attenzione al cibo è addirittura eccessiva.

Da più parti si invoca una "polizia delle bufale", ma secondo Ortoleva si tratta di un vicolo cieco. Si rischierebbe infatti una sorta di "verità di Stato", in base alla quale qualcuno dovrà tacere e qualcun altro potrà parlare. Il Prof. Perissinotto non è d'accordo: ritiene che sia diventata una questione personale e soggettiva e che si finisca dentro la rete delle opinioni e delle credenze. Ma questa in realtà si chiama "delegittimazione". Il concetto è semplice: ci sono cose in cui non siamo esperti e quindi non siamo legittimati ad imporre a nessuno le nostre idee.

Il moderatore del dibattito aggiunge che la censura delle bufale è pericolosa, perché non ne conosciamo i limiti. E' meglio educare le persone a riconoscere autonomamente le bufale.

Ed infine giunge la ciliegina che rovina la torta. Salta fuori dal pubblico un soggetto che si definisce medico e avvocato. Afferma che in realtà i vaccini causano l'autismo nei bambini in una percentuale piccolissima di casi. Conviene però vaccinare per l'immunità di gregge. Aggiunge infine che l'evidenza della relazione vaccini-autismo è stata fornita dai giudici che hanno stabilito risarcimenti per i danneggiati. E' questa la libertà di pensiero? Finito lo show, il soggetto viene ignorato dai presenti in sala. E' ora dell'aperitivo conviviale: il cibo attira tutti. Ma io non posso fermarmi, ho avuto una giornata troppo lunga. Mentre sono sullo scooter continuo a pensare al soggetto di cui sopra. Insomma, mi è rimasto in mente il peggio.

Walter Caputo
Cofondatore del blog "Cibo al microscopio"
Coautore del libro "La pizza al microscopio"
Relatore al CNMP 2018secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza




lunedì 23 ottobre 2017

IL CIBO SOTTO LA LENTE DELLA FILOSOFIA

Sara Casiraghi
Torna a Torino, con la quarta edizione, "Pensare il Cibo". Si tratta di un appuntamento diventato ormai un classico nel panorama culturale torinese, che quest’anno si terrà nelle serate di martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 ottobre, a partire dalle ore 18 presso il Circolo della Stampa di Torino, in Corso Stati Uniti 27 (ingresso libero).

Quest’anno sotto la lente d’ingrandimento della filosofia finiranno tematiche di estrema attualità: dalla cosiddetta “post verità”, cioè la verità di comodo che innesca le bufale sul cibo, alla nascita delle culture alimentari in base a ragioni ambientali, religiose, contaminazioni sociali, scoperte scientifiche e tecnologiche. Culture del cibo che nascono anche oggi, nel nuovo ecosistema urbano della modernità. Fino al “dogma” della longevità, uno dei principali argomenti del marketing alimentare e del mondo della nutraceutica.

A sviscerare i temi e a confrontarsi sulle diverse visioni, saranno personaggi di spicco nei campi della filosofia, della storia, della psicoanalisi e delle scienze nutritive, moderati da giornalisti culturali.
Così come nelle precedenti edizioni, il format di Pensare il Cibo prevede, per ogni appuntamento, un’originale ouverture musicale, grazie alla collaborazione con Pequeñas Huellas, progetto internazionale che promuove la nascita di orchestre e cori di giovani e che persegue finalità di promozione sociale e dei valori della fratellanza.

"Pensare il cibo" edizione 2016: ouverture musicale
Al termine di ogni serata sarà offerto un aperitivo conviviale per riflettere sui temi affrontati e condividere riflessioni ed emozioni, organizzato da Sara Casiraghi di pentolapvessione.it in collaborazione con lo chef del Circolo della Stampa e grazie all’utilizzo di prodotti a marchio Fior Food di Nova Coop. Originale la sua proposta: martedì 24 ottobre in contrapposizione alle bufale sul cibo verrà offerto un assaggio delle ricette del periodo di guerra, ovvero come tirar fuori un manicaretto con due scarpe vecchie. Mercoledì 25 ottobre assaggi della tradizione gastronomica italiana. Giovedì 26 ottobre assaggi della tradizione gastronomica sarda, più specificamente dell'ogliastra e della barbagia, dove risiede il più alto numero di centenari.

Pensare il Cibo ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.
E’ sponsorizzato da Nova Coop e da Fior Food.

Qui trovate il programma. Occorre prenotarsi scrivendo a info@pensareilcibo.it

Ufficio Stampa Pensare il Cibo: Spazi Inclusi (www.spazi-inclusi.it)
Stefano Bosco - Tel.338.9321089 - stefano.bosco@email.it

martedì 10 ottobre 2017

ECCO COME PRODURRE BIOPLASTICHE CON LE MOSCHE SOLDATO

Logo ValoriBio
"ValoriBio" è un progetto di valorizzazione di rifiuti organici mediante insetti. L'obiettivo è utilizzare insetti per produrre biomateriali per usi agricoli. Tali materiali non sono solo biodegradabili e quindi non costituiscono un "rifiuto" nel senso di costo, ma diventano ulteriormente "risorsa" in quanto rilasciano sostanze nutritive nel terreno. Si tratta, in buona sostanza, di un passo avanti verso il concetto di "economia circolare", che ha come fine ultimo quello di preservare l'ambiente in cui viviamo. Che è anche l'unico posto in cui - attualmente - possiamo abitare.

A capo del progetto ValoriBio c'è l'Università di Modena e Reggio Emilia. I risultati preliminari del lavoro svolto dal Centro Biogest-Siteia di Unimore insieme ad altri partner verranno illustrati, ad imprese e cittadini, in un workshop giovedì 12 ottobre 2017 alle 15:00 presso il Tecnopolo (Piazzale Europa 1) di Reggio Emilia.

Il titolo del workshop è "Valorizzazione di rifiuti organici mediante insetti per l'ottenimento di biomateriali per usi agricoli". E' già stato realizzato - ed è il primo in assoluto in Italia - un impianto pilota ad elevata automazione per l’allevamento delle mosche soldato. Questi insetti possono lavorare al servizio del settore agroalimentare, producendo bioplastiche e compost di elevata qualità.
Mosca Soldato: le sue larve possono trasformare rifiuti
organici in biomassa utile

“Protagonisti di questo progetto - afferma la dott.ssa Lara Maistrello, docente Unimore coordinatrice del progetto - sono insetti non infestanti, le “mosche soldato” Hermetia illucens, le cui larve sono in grado di convertire in modo rapido ed efficiente grandi quantità di rifiuti organici in una biomassa ricca in proteine e grassi, utilizzabile per vari scopi. In ValoriBio, dalle proteine verranno ricavate bioplastiche innovative da usare per scopi agricoli, come ad es. i teli di pacciamatura, che oltre a svolgere la loro funzione primaria, agiranno come fertilizzanti a lento rilascio liberando azoto durante la decomposizione. Peraltro, anche il residuo non assimilato dalle larve è utile per fini agronomici, trattandosi di un compost di alta qualità".

L’occasione del workshop sarà utile per mettere a confronto imprese del settore agroalimentare, produttori di bioplastiche, esperti ambientali e consulenti per la gestione e il trattamento dei rifiuti, così come cittadini curiosi e sensibili ai temi dell'innovazione e della sostenibilità ambientale.

La partecipazione all’iniziativa è gratuita, previa registrazione su questa pagina.

Ufficio Stampa Unimore

venerdì 6 ottobre 2017

LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA FA BENE ALLA SALUTE

Piero Angela sarà presente al CNMP 2018
Da quando la divulgazione scientifica fa bene alla salute? Da quando - sul web - abbiamo assistito ad una massiccia diffusione di bufale sul cibo e sull'alimentazione. Affidarsi alle bufale significa rischiare grosso. Ed è - appunto - la nostra salute ad essere a rischio. Ecco perché occorre necessariamente una buona dose di scienza per riportare chiarezza sul tema: dobbiamo capire cosa è vero e cosa è falso, cosa ci fa bene e cosa ci danneggia.

Avrete un'occasione per capire dal 6 all'8 aprile 2018 presso lo Sheraton Parco de' Medici Hotel di Roma, durante il secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza (CNMP 2018) organizzato dal Gruppo C1V.  Questa nuova edizione sarà dedicata al tema del rapporto fra alimentazione e salute, tra scienza, falsi miti e bufale “2.0”, e anche quest'anno vedrà la partecipazione di relatori di spicco, provenienti dal mondo della ricerca, della medicina e dell'informazione, fra cui, nell'ordine, Piero Angela, Paolo Attivissimo, Roberto Burioni, Luciano Butti, Nino Cartabellotta, Gilberto Corbellini, Salvo di Grazia, Francesco Maria Galassi, Silvio Garattini, Pierluigi Lopalco e molti altri.

Alla prima giornata - il 6 aprile, dedicata alla formazione ECM - possono partecipare medici di tutte le discipline, professionisti della salute e studenti universitari, che riceveranno quindi l'attestato di partecipazione. I medici riceveranno anche i crediti ECM. Le altre due giornate - il 7 e l'8 aprile - sono aperte a tutti. L'evento è organizzato sotto l'egida di un comitato scientifico presieduto dal Prof. Giorgio Dobrilla, Primario Gastroenterologo Emerito presso l'Ospedale di Bolzano, e composto dal Dott. Edoardo Altomare (Area Medica), dal Dott. Armando De Vincentiis (Area Psicologia) e dal Prof. Silvano Fuso (Area Divulgazione Scientifica).
Al CNMP 2018 Pellegrino Conte, Professore ordinario
di Chimica Agraria, parlerà di olio, sale e zucchero

Si parlerà, fra le altre cose, di come distinguere una dieta sana da una che non lo è, come districarsi nel complesso universo di informazioni errate sulle presunte proprietà e i presunti rischi di olio, sale, zuccheri e faremo il punto su quanto si sa oggi del ruolo del microbiota nella nostra salute. E ancora, quali gli aspetti psicologici delle diete, come stanno davvero le cose su glutine, grani antichi e intolleranze alimentari, fino a parlare di come l'alimentazione influenza la sessualità, al di là dei luoghi comuni fra presunti afrodisiaci e pozioni “miracolose”, e molto altro ancora.

Saranno presentate anche due relazioni inedite in tema di alimentazione, diete e integratori tra evidenze, bufale e falsi miti, a cura della Fondazione GIMBE, Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, e l’analisi su alimentazione e salute trattata sui social, a cura dell’associazione di promozione sociale La Medicina in uno Scatto. Infine, uno spazio sarà dedicato a fare il punto sui vaccini e le vaccinazioni un anno dopo ciò di cui si era discusso durante la scorsa edizione del congresso, dedicata proprio a questo tema.

Al termine delle due giornate vi sarà la possibilità di proseguire la serata insieme: il 6 aprile con la cena sociale accompagnata dai trucchi magici di Luca Menichelli, mentre il 7 aprile con la Prima a Roma dello spettacolo teatrale “Sul Nascere”, di Carolina Sellitto (C1V Edizioni, 2017, prefazione di Edoardo Boncinelli), nell’ambito di una serata di gala con aperitivo e cena.

Potete iscrivervi al Congresso tramite questa pagina e scaricare qui il programma completo.

Walter Caputo
Cofondatore del blog "Cibo al microscopio"

lunedì 2 ottobre 2017

LE PAURE ALIMENTARI

Come si è evidenziato al Festival del giornalismo alimentare 2017 le paure per l'alimentazione sono andate via via incrementandosi.
Non ci hanno sterminato le guerre, le pandemie e il nucleare, ma lo farà l'alimentazione?
In effetti sono in aumento i miti riguardanti l'alimentazione. L'idea di fondo è che il cibo viene visto come strumento di cura, ma anche come portatore di qualcosa di velenoso, tossico, che ci eliminerà. Insomma ci stiamo autoavvelenando con cibi non naturali e con dei Frankenstein (OGM). La conseguenza è che compriamo il cibo per quello che non c'è: senza olio di palma, senza glutine, senza sale, senza zucchero, senza lattosio e, come ci ricorda la Colussi nella sua recente pubblicità, con farine poco raffinate, facendoci auspicare che in futuro le farine saranno senza raffinazione

Il 6-7-8 aprile 2018 a Roma la scienza indagherà
il rapporto fra alimentazione e salute
Queste paure hanno avuto una recente impennata, ma il tema dell'avvelenamento alimentare è vecchio quanto l'uomo. Partendo dall'avvelenamento tramite la segale, che causava il Fuoco di Sant'Antonio; passando per le storie dei Borgia fino alle storie di donne che per liberarsi dei mariti-padroni, in mancanza del divorzio, li avvelenavano (queste storie vengono ricordate nel Giardino Botanico delle piante velenose di Guimar - isola di Tenerife).

Mentre la storia dei cibo deprivato è cominciata negli anni '50 con il caffè decaffeinato.

Quando non esiste una comprovata e reale necessità sanitaria, il cibo deprivato è solo un prodotto di marketing, per gli esseri umani che si sentono minacciati da quello che c'è. Il "cibo senza" diventa anche un segno distintivo per chi lo consuma, che attraverso questa scelta acquisisce lo status di chi sa, e si pone quindi ad un livello superiore rispetto agli altri, che non sanno che quel cibo fa male e che quindi non sanno scegliere in modo adeguato.

31 relatori al #CNMP2018
Ecco che, paradossalmente, gli alimenti ci fanno ammalare proprio quando l'aspettativa di vita è andata sempre più aumentando.

Purtroppo, tra chi sceglie di mangiare senza, oppure di non mangiare certi alimenti come i vegani, c'è chi lo fa non per necessità medica, ma ahi noi, perché vittima della pseudoscienza alimentare. E proprio la pseudoscienza alimentare sarà il tema del prossimo convegno della C1V Edizioni, programmato per il 6-7-8 aprile 2018 a Roma. In quei tre giorni 31 relatori porteranno sul palco la scienza, per fare chiarezza sul tema della salute e dell'alimentazione ed acquisire degli strumenti di difesa dalle bufale, che riempiono quotidianamente le bacheche dei social network.

Luigina Pugno
Coautrice del libro "La pizza al microscopio"