sabato 30 dicembre 2017

L'ALIMENTAZIONE NELLO SPAZIO: DAGLI ALBORI AI GIORNI NOSTRI


Agli uomini che viaggiano nello spazio sono richieste eccezionali qualità di resistenza fisica e mentale  per riuscire a portare a termine sfibranti missioni spaziali. Gli astronauti, se parliamo di viaggiatori spaziali statunitensi, o i cosmonauti, se parliamo di viaggiatori spaziali russi venivano sottoposti ad un numero impressionante di test fisici e psicologici.  Il loro superamento permise ad Alan Shepard di essere lanciato nello spazio pochi giorni dopo Yuri Gagarin agli inizi degli anni sessanta.
Un esempio era la resistenza al caldo, resa possibile da un rivestimento termico ablativo. Questo materiale serviva a proteggere dal calore generato dall'attrito durante il rientro nell'atmosfera terrestre, che poteva sviluppare temperature superiori ai 1000 gradi centigradi. O ancora, viaggiando a 16000 km orari, il corpo doveva essere in grado di sopportare una terrificante accelerazione pari a 38 volte la pressione della forza di gravità terrestre.
Superate le prove di resistenza fisica, si passava a quella psicologica. Non è infatti da tutti tollerare l'ansia di essere gli unici nello spazio, di doversela cavare quasi completamente da soli, di stare in uno spazio angusto, al caldo, dentro i prodotti di scarto del proprio corpo, con l'ossigeno contato e intanto rimanere lucidi e lavorare.
Inoltre, per sopravvivere occorrono equipaggiamenti speciali e speciali competenze per utilizzarli, come il cibo consumato nelle missioni spaziali e le tute degli astronauti.
Per esempio la capsula per la missione Mercury poteva ospitare un solo uomo e accogliere nella sua cabina pressurizzata scorte di acqua, cibo, e ossigeno per circa un giorno.

Ma che cibo era?

Inizialmente le missioni duravano poco, per cui all'astronauta veniva dato qualche tubetto, tipo quelli del concentrato di pomodoro, contenente carne e verdura in pasta. In più, visto che si doveva stare per poche ore, l'attenzione al sapore non era contemplata.

E quando le missioni sono diventate più lunghe?

A questo punto il gusto del cibo era una delle voci di cui tenere conto. Il cibo non doveva solo essere nutriente, ma anche saporito e inoltre doveva combattere gli eventi avversi che la permanenza nello spazio causava al corpo umano, come la decalcificazione delle ossa. L'acqua non era adatta, allora si preferì il succo di frutta. Nel 1969 il cibo liofilizzato diventava mangiabile solo dopo aver inserito nel sacchetto acqua calda.

Da sinistra a destra abbiamo: mirtilli rossi schiacciati,
formaggio e un sacchetto di vodka
Come sono i pasti attuali?

Oggi gli astronauti possono scegliere tra svariati menù, o anche chiedere di consumare i loro cibi preferiti. L'anno scorso sono anche riusciti a bere il caffè, mentre la pizza poneva sfide ancora troppo grandi. E' di alcuni giorni fa la notizia che la pizza è finalmente arrivata nello spazio! Qui sotto potete guardare il video, molto divertente....


Cosa succede dopo aver mangiato?

I prodotti di scarto da qualche parte devono finire. I contenitori vanno stoccati e i rifiuti corporei vanno evacuati, ma anche per questo gli astronauti avevano il loro kit per l'igiene personale, come si può vedere in foto (1: contenitore per feci; 2: pannolone; 3: rasoio meccanico; 4: contenitore per strumenti di igiene; 5: spazzolino; 6: crema per le mani).


E questo è solo un assaggio di ciò che è possibile vedere alla mostra 

NASA - A human adventure -> fino al 4 marzo 2018
Spazio Ventura XV - Via Privata Giovanni Ventura 15 - Milano
Orari e biglietti N.B.: Foto scattate da Luigina Pugno

Luigina Pugno
Science writer

giovedì 7 dicembre 2017

QUANDO UNA DIETA E' SANA? COME DISTINGUERE LE DIETE DALLE BUFALE

Sono oltre 30 mila i volumi, attualmente in commercio, che trattano di rimedi ritenuti “miracolosi” per diverse malattie, sulla base di una modifica della nostra dieta. Ma quanto c'è di davvero efficace in tutto questo? Come distinguere quindi una dieta efficace da una bufala? Ce ne parlerà Lucio Lucchin, Direttore UOC di Dietetica e Nutrizione Clinica Ospedale di Bolzano, docente all’Università di Padova e di Pavia, durante la prima giornata di CNMP 2018- dedicata alla formazione ECM - dove racconterà perché secondo lui oggi, mossi da un'insicurezza verso una società complessa che ci dà la percezione di crearci più problemi che soluzioni, siamo diventati non più quello che mangiamo ma quello che non mangiamo!

Sulla scia di questo passaggio, Marco Sani, medico legale, ginecologo, accademico di Storia delle Arti Sanitarie e Dell’Accademia Lancisiana, nella medesima giornata del 6 aprile, si focalizzerà sulla relazione fra dieta e integratori alimentari. “Le diete iperproteiche per esempio - spiega Sani - annullano la quantità di carboidrati, sono dannose per il fegato e i reni, creano un accumulo di tossine”.

Ma è proprio vero che - come si dice - “si stava meglio quando si stava peggio”? Pensiamo alla moda della “paleodieta”. È vero, come viene auspicato da molte parti, che dovremmo ritornare sui nostri passi e copiare le abitudini alimentari dei nostri antenati più o meno antichi? È vero come alcuni pensano, che malattie come cancro e infarto sono esclusivamente un prodotto del mondo moderno? Su questi aspetti interverrà Francesco Maria Galassi, medico, paleopatologo, storico della medicina e ricercatore, che spiegherà quanto sia importante riproporre la memoria storica reale, al di là dei miti, come nel suo ultimo libro “Un mondo senza vaccini? La vera storia”.

Ulteriori domande a cui CNMP 2018 risponderà in merito alla dialettica fra diete e bufale, riguardano la responsabilità del consumatore. Guglielmo Bonaccorsi, docente all'Università di Firenze, durante la seconda giornata dell’evento, il 7 aprile - aperta a tutti -, interverrà su “Cibo e cultura: privilegio di pochi? Diritto e dovere del buon consumo”. Il mondo attuale, così come viene governato a livello globale, è in grado di nutrire le generazioni future? Può farlo in maniera sostenibile e se sì, a quale prezzo?

Come per la prima edizione 2017, l'incontro è presieduto dal Prof. Giorgio Dobrilla e fanno parte del Comitato Scientifico anche Edoardo Altomare, Armando De Vincentiis e Silvano Fuso. La prima giornata del 6 aprile sarà dedicata alla formazione ECM, insieme al partner SIFoP Società di Formazione Permanente per la Medicina Specialistica, per tutte le discipline mediche, farmacisti, psicologi, biologi, infermieri, mentre medici specializzandi, dottorandi, laureandi e professionisti della salute iscritti riceveranno l'attestato di partecipazione. Le giornate del 7 e dell'8 aprile saranno aperte a tutti.

Ecco il programma del secondo Congresso nazionale di Medicina e Pseudoscienza (CNMP), che si terrà a Roma dal 6 all'8 aprile 2018. Tema di questa edizione, il delicato rapporto fra alimentazione e salute, tra scienza, falsi miti e bufale 2.0. Iscrizioni agevolate entro il 31 dicembre e fino a esaurimento posti sul sito www.cnmpconference.com