mercoledì 25 ottobre 2017

BUFALE SUL CIBO: TRA CENSURA, LIBERO PENSIERO E LEGITTIMITA'

I relatori di "Pensare il cibo" 2017 (prima serata)
Post-verità? Che cosa significa esattamente? Se siete interessati all'argomento, ed ormai non ne potete più di leggere bufale sul cibo, allora questo pezzo è per voi. Soprattutto se vi siete persi il primo appuntamento dell'edizione 2017 di "Pensare il cibo", in cui si è cercato di capire se sia meglio istituire un'opportuna censura delle bufale oppure lasciare intatta la libera manifestazione del pensiero, ed educare la popolazione al riconoscimento delle fake news che affollano il web. Si è posto l'accento anche e soprattutto sulla legittimità delle affermazioni. E a fine conferenza non poteva mancare il solito soggetto del pubblico che esterna un'affermazione clamorosamente falsa.... Ma andiamo con ordine.

Il Prof. Luigi Perissinotto, docente di Filosofia del Linguaggio presso l'Università di Venezia, ha introdotto il dibattito affermando che il "post" (di post-verità) significa "dopo la verità" o anche "oltre la verità". Già, ma la verità cos'è? Forse al mondo di oggi non interessa la risposta. Prevalgono infatti le emozioni, l'identificazione con il gruppo, la ricerca di cose che possano confermare il nostro pensiero. D'altronde cercare informazioni contro il nostro pensiero è psicologicamente pesante, e allora perché dovremmo farlo? Se siamo caduti dentro una bufala è perché ci piace, e tenderemo soltanto a cercare conferme della nostra credenza.

C'è chi pensa che la post-verità escluda necessariamente la verità, ma in realtà non è così. La verità continua ad esistere, perché non è venuta meno la verità, ma piuttosto la sua legittimazione. Non a caso leggiamo spesso termini come "scienza ufficiale", "medicina ufficiale" e simili: usare l'aggettivo "ufficiale" significa già prendere le distanze dalle "autorità" come la scienza e la medicina. Così, le autorità sono state sostituite dalla soggettività. Si ritiene di poter parlare di qualunque argomento, ovvero ci si sente legittimati a trattare qualunque materia, e ciò in cui si crede si considera vero. D'altronde è noto che - ad esempio - coloro che pensano che i vaccini causino l'autismo ne sono proprio convinti. Secondo loro la verità è proprio quella.

Il Prof. Peppino Ortoleva, che insegna "Comunicazione e cultura dei media" presso l'Università di Torino, ha ricordato all'uditorio che nel 1840 a Parigi esisteva un'intera industria di notizie false. C'erano esperti di notizie false, ovvero soggetti capaci di inventare notizie (false) divertenti, un po' credibili e un po' incredibili. 
Noi oggi leggiamo l'oroscopo sapendo che è falso, in quanto non cerchiamo la verità. Il nostro obiettivo è costituito da belle storie dal punto di vista narrativo in cui trovare conferme a ciò in cui crediamo. E, tendenzialmente, crediamo in ciò di cui abbiamo bisogno. Internet non ha fatto altro che amplificare quelle che una volta si chiamavano "leggende metropolitane". Inoltre una volta le chiacchiere si sviluppavano al bar, mentre oggi Internet unisce l'oralità con la scrittura, ovvero la chiacchiera da bar con le cose serie.

Il Prof. Perissinotto ha poi evidenziato i due temi più importanti che hanno caratterizzato la filosofia del 900: il senso (cioè il significato) e la finitezza. Entrambi sono perfetti per il cibo. D'altronde l'obiettivo di questa rassegna è proprio inquadrare il cibo sotto l'ottica della filosofia...

Il Prof. Ortoleva ha ricordato all'uditorio che esiste un'utile chiave di lettura per inquadrare la "struttura" di molte bufale abilmente confezionate. Si tratta di un incubo che ci portiamo dietro dalla Seconda Guerra Mondiale e che ha subito una serie di evoluzioni, fino a trasformarsi nella "paura del suicidio dell'umanità". Quante volte abbiamo pensato: "ci stanno avvelenando tutti" oppure "ci stiamo avvelenando tutti" e quante volte abbiamo temuto gli OGM?
Ouverture musicale 

Il detto: "parla come mangi" presuppone che tutti sappiano mangiare. E così pensiamo di saperne sul cibo a sufficienza da poterlo giudicare. Automaticamente ci legittimiamo a parlarne, a scriverne. Da lì a creare bufale sul cibo il passo è breve. Possiamo contare su molti "clienti", perché nel nostro Paese l'attenzione al cibo è addirittura eccessiva.

Da più parti si invoca una "polizia delle bufale", ma secondo Ortoleva si tratta di un vicolo cieco. Si rischierebbe infatti una sorta di "verità di Stato", in base alla quale qualcuno dovrà tacere e qualcun altro potrà parlare. Il Prof. Perissinotto non è d'accordo: ritiene che sia diventata una questione personale e soggettiva e che si finisca dentro la rete delle opinioni e delle credenze. Ma questa in realtà si chiama "delegittimazione". Il concetto è semplice: ci sono cose in cui non siamo esperti e quindi non siamo legittimati ad imporre a nessuno le nostre idee.

Il moderatore del dibattito aggiunge che la censura delle bufale è pericolosa, perché non ne conosciamo i limiti. E' meglio educare le persone a riconoscere autonomamente le bufale.

Ed infine giunge la ciliegina che rovina la torta. Salta fuori dal pubblico un soggetto che si definisce medico e avvocato. Afferma che in realtà i vaccini causano l'autismo nei bambini in una percentuale piccolissima di casi. Conviene però vaccinare per l'immunità di gregge. Aggiunge infine che l'evidenza della relazione vaccini-autismo è stata fornita dai giudici che hanno stabilito risarcimenti per i danneggiati. E' questa la libertà di pensiero? Finito lo show, il soggetto viene ignorato dai presenti in sala. E' ora dell'aperitivo conviviale: il cibo attira tutti. Ma io non posso fermarmi, ho avuto una giornata troppo lunga. Mentre sono sullo scooter continuo a pensare al soggetto di cui sopra. Insomma, mi è rimasto in mente il peggio.

Walter Caputo
Cofondatore del blog "Cibo al microscopio"
Coautore del libro "La pizza al microscopio"
Relatore al CNMP 2018secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza




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