Murena |
Come ha notato mia mamma: "pure il canale dei preti ha un programma di cucina!".
In Italia ci sono trasmissioni televisive che parlano di cibo ad ogni ora del giorno e della notte. C'è pure il canale Alice dedicato solo all'argomento. Quasi tutte le riviste hanno una rubrica sul cibo (di solito ricette).
Siamo passati dall'agricoltura di sussistenza e dall'avere fame di cibo, al cibo come fenomeno sociale. Da quando il cibo non è più considerato il mezzo per spegnere la fame, l'essere umano ha cominciato ad approfondirne la conoscenza, a sviluppare tecnologie per la sua produzione, a tutelarlo (doc, dop, igp ecc) e a comunicarlo.
L'Italia ha oltre 25.000 blog/siti che ne parlano, più che altro con ricette, molto pochi sono quei blog/siti che ne parlano per informare sul cibo. Dal 2010 il parlarne ha avuto una crescita dirompente. Non è così per il sistema food (agricoltura, infrastrutture ecc), che vede una scarsa presenza italiana all'estero. Infatti l'agroalimentare italiano è fatto per il 77% di piccole attività con meno di 9 addetti e solo l'1% ne ha più di 250. Le piccole dimensioni non aiutano i prodotti italiani a farsi conoscere all'estero. Questa è un'occasione persa vista la ricchezza italiana in termini di "biodiversità" di prodotti. Occasione che stanno sfruttando Germania e Francia.
"Però l'Italia ha armi affilate quando si parla di qualità, standard di sicurezza, capacità di creare prodotti nuovi e al top di gamma, coniugando tradizione e innovazione", così afferma Antonio Belloni nel suo libro Food Economy, edito da Marsilio.
Sempre citandolo, capiamo che "la Food economy si compone di tre fattori coesistenti: l'accesso al cibo dei mercati emergenti, la crescente fame di conoscenza sul cibo dei paesi avanzati, l'affermarsi di tecnologie funzionali sia alla sua trasformazione e distribuzione fisica, sia al suo sviluppo scientifico e diffusione sui media".
Spiega Belloni che dalla Food economy basata sulla filiera, che vede al suo inizio la coltivazione e alla sua fine lo spreco alimentare, si è passati al Food system, dove internet, tecnologie e scienza stanno spostando l'economia basata su prodotti fisici, ad un'economia basata sulla produzione e l'utilizzo della conoscenza legata al cibo.
Riflettendoci, è all'interno del Food system che si inserisce questo sito ("Cibo al microscopio"), creato per rispondere alla fame di conoscenza intorno al cibo in modo scientifico e allo stesso tempo divulgativo, e con l'obiettivo di combattere la pseudoscienza dilagante legata all'alimentazione.
Il libro di Belloni non è un libro sul cibo, ma un saggio che affronta tutti i temi legati all'economia mossa dal cibo, con un lavoro certosino di documentazione, che a parer mio inquadra lo stato dell'arte della tematica.
Luigina Pugno
Science writer e redattrice scientifica per Gravità Zero
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