mercoledì 8 marzo 2017

ARTICOLO 1: L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL CIBO

Murena
Una volta, in una rappresentazione teatrale avevo sentito John Peter Sloan (quello di Instant English) prendere in giro gli italiani per la loro fissazione sul cibo. Sosteneva che gli italiani passano un sacco di tempo a decidere dove andare a mangiare, a mangiare, e poi a parlare di quello che hanno mangiato.

Come ha notato mia mamma: "pure il canale dei preti ha un programma di cucina!".

In Italia ci sono trasmissioni televisive che parlano di cibo ad ogni ora del giorno e della notte. C'è pure il canale Alice dedicato solo all'argomento. Quasi tutte le riviste hanno una rubrica sul cibo (di solito ricette).

Siamo passati dall'agricoltura di sussistenza e dall'avere fame di cibo, al cibo come fenomeno sociale. Da quando il cibo non è più considerato il mezzo per spegnere la fame, l'essere umano ha cominciato ad approfondirne la conoscenza, a sviluppare tecnologie per la sua produzione, a tutelarlo (doc, dop, igp ecc) e a comunicarlo.

L'Italia ha oltre 25.000 blog/siti che ne parlano, più che altro con ricette, molto pochi sono quei blog/siti che ne parlano per informare sul cibo. Dal 2010 il parlarne  ha avuto una crescita dirompente. Non è così per il sistema food (agricoltura, infrastrutture ecc), che vede una scarsa presenza italiana all'estero. Infatti l'agroalimentare italiano è fatto per il 77% di piccole attività con meno di 9 addetti e solo l'1% ne ha più di 250. Le piccole dimensioni non aiutano i prodotti italiani a farsi conoscere all'estero. Questa è un'occasione persa vista la ricchezza italiana in termini di "biodiversità" di prodotti. Occasione che stanno sfruttando Germania e Francia.
"Però l'Italia ha armi affilate quando si parla di qualità, standard di sicurezza, capacità di creare prodotti nuovi e al top di gamma, coniugando tradizione e innovazione", così afferma Antonio Belloni nel suo libro Food Economy, edito da Marsilio.
Sempre citandolo, capiamo che "la Food economy si compone di tre fattori coesistenti: l'accesso al cibo dei mercati emergenti, la crescente fame di conoscenza sul cibo dei paesi avanzati, l'affermarsi di tecnologie funzionali sia alla sua trasformazione e distribuzione fisica, sia al suo sviluppo scientifico e diffusione sui media".

Spiega Belloni che dalla Food economy basata sulla filiera, che vede al suo inizio la coltivazione e alla sua fine lo spreco alimentare, si è passati al Food system, dove internet, tecnologie e scienza stanno spostando l'economia basata su prodotti fisici, ad un'economia basata sulla produzione e l'utilizzo della conoscenza legata al cibo.

Riflettendoci, è all'interno del Food system che si inserisce questo sito ("Cibo al microscopio"), creato per rispondere alla fame di conoscenza intorno al cibo in modo scientifico e allo stesso tempo divulgativo, e con l'obiettivo di combattere la pseudoscienza dilagante legata all'alimentazione.

Il libro di Belloni non è un libro sul cibo, ma un saggio che affronta tutti i temi legati all'economia mossa dal cibo, con un lavoro certosino di documentazione, che a parer mio inquadra lo stato dell'arte della tematica.

Luigina Pugno
Science writer e redattrice scientifica per Gravità Zero

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