Invaso per allevamento di tinche |
E' un pesce (con i baffi) che vive in piccoli laghetti, che si trovano in un territorio - prevalentemente agricolo - definito "Pianalto di Poirino". Tali laghetti vengono detti anche invasi o peschiere e si trovano su un terreno in gran parte argilloso. Non è difficile fare gli invasi, in quanto la terra argillosa si modella facilmente ed ha una certa capacità di trattenere l'acqua. Tuttavia può capitare che la superficie dell'acqua si copra parzialmente di alghe. In questo caso occorre svuotare l'invaso e poi riempirlo di nuovo. Il Pianalto è l'habitat naturale della Tinca, ma la si può trovare anche in altri laghi. Il territorio del Pianalto comprende parte della provincia di Torino, Asti e Cuneo, ma non ha confini politici. Esistono solo confini geografico-geologici.
Da dove proviene l'acqua delle peschiere?
Essenzialmente dal cielo e qualche volta anche dai pozzi.
Il Pianalto di Poirino |
Come si pesca la Tinca?
Con delle nasse oppure con reti. Occorre comunque utilizzare delle esche, fatte di pane secco oppure di polenta e crusca. Circa 20 anni fa, in inverno si formava sull'acqua (delle peschiere) uno strato di 10 cm di ghiaccio. Ora non di forma più: il cambiamento climatico si fa sentire anche qui.
Ma la Tinca, cosa mangia?
La Tinca preferisce acque non troppo fredde e piuttosto calme. Si muove facilmente sul fondo della peschiera e mangia soprattutto vermetti che trova sul fondo, ma talvolta si nutre anche di insetti che si trovano sulla superficie dell'acqua. Se si vuole "spingere" l'allevamento si possono nutrire le Tinche rispettando i vincoli del Disciplinare (no OGM, no farine animali ecc.).
Quali sono le caratteristiche della Tinca?
E' ricca di omega 3, ferro e potassio. La sua carne è gustosa, ma è un prodotto di nicchia. Infatti le quantità ottenute negli invasi non sono molto elevate. Peraltro ci sono uccelli predatori che preferiscono le tinche, come ad esempio gli aironi. E ci sono anche le rane-toro che mangiano le uova di tinca. Quando l'acqua degli invasi è più fredda, le tinche tendono ad essere più scure. In ogni caso, riescono a resistere fuori dall'acqua anche 10 minuti. Le tinche maschio si distinguono dalle femmine poiché hanno le pinne più grandi.
La Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino |
Come viene commercializzata?
Dal produttore viene venduta (viva) direttamente al privato oppure al ristorante o all'agriturismo. I ristoratori preferiscono le tinche lunghe 11-12 cm (e comunque non più di 20 cm). Affinché una tinca giunga al peso di 80-120 grammi occorrono due estati (un anno e mezzo circa di vita), poiché la crescita è piuttosto lenta.
La Tinca potrebbe essere venduta lavorata, ma per ora non c'è una richiesta del mercato in tale direzione.
Chi sono i maggiori produttori di Tinche?
E' in atto un passaggio generazionale (non semplice) dagli anziani ai giovani. In ogni caso le quantità di tinche non sono molto grandi, di conseguenza alcuni operatori del settore cercano di allargarsi sulla filiera tramite - ad esempio - l'apertura di un agriturismo, con il quale possono offrire il prodotto in loco direttamente ai consumatori.
Jacopo e Giorgia, produttori di tinche |
Il primo produttore è Jacopo e lo trovate al Castello di Corveglia. Il secondo produttore è Giorgia (azienda agricola Pallaro Giorgia). Entrambi producono la Tinca D.O.P. (e sono gli unici due a possedere tale certificazione). Jacopo - nel castello - riesce a coniugare storia, enogastronomia e agriturismo. Giorgia ha abbracciato con entusiasmo l'antica attività di allevatrice di tinche ed è un segno tangibile del fatto che il testimone può passare ai giovani, che ora stanno puntando decisamente a fare rete per valorizzare il territorio.
Aperitivo presso l'agriturismo Fricando' |
In carpione o fritta. Una volta la preparazione in carpione serviva più che altro per conservare le tinche, ma si trattava di carpioni "molto forti": si badava più alla conservazione che al gusto.
Dove si può mangiare la Tinca?
Ad esempio presso l'agriturismo Fricandò, dove - grazie ad Alessandro e Mariangela - il paté di tinca (anche come aperitivo) è ottimo. Per non parlare di peperoni e alici (buonissimi), toma, polenta con raschera e il superlativo lardo con noci e miele. Infine, e qui ho terminato gli aggettivi, il raviolo fritto è insuperabile.
Tinca fritta con patate novelle nella Trattoria Primavera |
Risotto al brodo di tinca nella Trattoria Primavera |
Prima si toglie la pinna dorsale, poi la si prende con due mani dalle estremità (testa e coda) e si comincia a mordere la schiena (ovvero la gobba). Si mangia anche la pelle (che è buona) e la testa (se è ben pulita). Se la tinca è piccola si possono facilmente mangiare anche le lische. Insomma, nel piatto rimane ben poco.
Quando si potrà vederla, anche senza giungere fino alle peschiere del Pianalto?
Alla 61esima Fiera concorso della Tinca, il 12-13-14 maggio 2018 a Poirino (TO). In quell'occasione saranno allestiti degli appositi acquari. E sarà una festa.
Oltre alla Tinca, esistono altri prodotti tipici del territorio di Poirino?
Sì, gli asparagi e i canestrelli. Questi ultimi sono cialde cotte su piastre di ghisa.
RINGRAZIAMENTI
La prossima occasione per vedere le tinche |
Walter Caputo
Food Science Blogger
N.B.: Le foto dell'articolo sono state scattate da Luigina Pugno e Walter Caputo.