domenica 5 febbraio 2017

LA LEPTINA ACCUSATA INGIUSTAMENTE? L'AMBIENTE VIENE PORTATO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Il topo a sinistra ha un difetto genetico che gli impedisce di
produrre la leptina
Abbiamo già trattato in vari articoli il tema "cibo e salute" e - in particolare - il discorso sui vari tipi di grasso, citando - in quest'ultimo caso - anche la funzione della leptina. Torniamo ora a parlare di leptina, in occasione della recente uscita di un ottimo libro di divulgazione scientifica, "Il gene riluttante" di Guido Barbujani e Lisa Vozza (pubblicato da Zanichelli nel 2016).

Infatti può capitare che un gene alterato non permetta di produrre la leptina, che inibisce la fame dopo aver mangiato. Si tratta quindi di un ormone che fornisce il segnale di stop, perché va bene così, abbiamo mangiato e quindi siamo sazi.

Il sottotitolo del libro citato, ovvero "Diamo troppe responsabilità al DNA?" pone proprio l'accento sulla tendenza - umana! - a semplificare, a trovare un'unica causa per un unico fenomeno e - in tempi recenti - ad attribuire ai geni (quasi) qualunque cosa. "Se il DNA potesse parlare, magari direbbe che è un po' stufo di sentirsi dire che sa fare di tutto. Forse direbbe che lui, l'acido desossiribonucleico, è giusto una molecola" scrivono gli autori.

Ora, consideriamo questa situazione: in un gene c'è un errore e la conseguenza è la carenza di leptina. Ciò significa automaticamente diventare obesi? No. Infatti ogni gene - in generale - collabora e lavora con molti altri geni e - soprattutto - bisogna prendere in esame l'interazione con l'ambiente. Se il soggetto privo di leptina si trova in un ambiente in cui il cibo è scarso, non diventerà obeso. Quindi la carenza di leptina non basta. I malfunzionamenti dei geni sono questioni molto più complesse di quanto si creda. Se volete capire di più, senza fare fatica, prendete una domenica pomeriggio tutta per voi, sedetevi in poltrona e leggete "Il gene riluttante".

Walter Caputo

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